La situazione che stiamo vivendo a San Felice Circeo, a causa dei cosiddetti livelli Baronali, ha sollevato un sentimento di comprensibile indignazione e di ingiustizia. L’indignazione è un’emozione che nasce, individualmente o collettivamente, in seguito al verificarsi di un evento o di un comportamento che va contro le convinzioni dell’individuo. Si tratta di un’emozione che spinge all’azione, che stimola a uscire dal proprio nucleo privato e riservato per entrare nell’ambito pubblico e fare sentire la propria voce.

Di solito, se ci si indigna, è perché si è verificato un evento che si ritiene contrario alla propria morale, che lede la dignità della persona, che va contro quei principi etici che, in teoria, si sposano nelle azioni che si compiono ogni giorno. A quel punto, si sente o si dovrebbe sentire qualcosa che scatta “dentro”. Un mormorio, una sorta di voce della coscienza, un misto di passione e razionalità che dovrebbe condurre a dire “non ci sto”. Non ci sto ad accettare passivamente quello che sta accadendo. Non voglio essere complice della situazione. Non ho intenzione di lasciare che l’evento in questione passi sotto silenzio.

Ogni periodo storico ha le sue caratteristiche e più passano i secoli, più la società si evolve e si sviluppa; eppure, continuano a persistere con il passare degli anni le disuguaglianze e le ingiustizie sociali, realtà sempre esistenti in cui c’è sempre chi cerca di prevaricare sul più debole.

Abramo Lincoln disse:

“È accaduto così in tutte le epoche del mondo che alcuni hanno lavorato e altri hanno, senza lavoro, goduto di una gran parte dei frutti. Questo è sbagliato, e non deve continuare.”

                      La giustizia è lenta, ma arriva sempre

 Finalmente, possiamo comunicare che i primi soci del Comitato e cittadini ” indignati ” stanno reagendo all’ingiustizia, che stiamo combattendo da qualche anno, passando alle vie di fatto promuovendo delle azioni legali a difesa dei propri diritti.  Le prime cause sono  iniziate con le udienze presso il Tribunale di Latina su cui, da parte nostra, abbiamo acceso i fari in modo da verificare e monitorare con molta attenzione l’andamento delle cause a cui daremo la giusta visibilità che tale questione merita. Pensiamo che la giustizia deve saper parlare ai cittadini assicurando, attraverso il quotidiano lavoro dei giudici, quella tutela effettiva ai loro diritti fondamentali e ai loro legittimi interessi, alla cui protezione sono in definitiva funzionali il diritto e lo Stato medesimo.

 Siamo sicuri che presto, da parte dei giudici, verranno dimostrate le giuste ragioni dei “ cittadini indignati “  così da confermare e conservare la fiducia dei cittadini e della collettività  senza la quale verrebbe minata la stessa autorità morale (e il conseguente riconoscimento sociale) della “giustizia” che essi amministrano.

Ringraziamo tutti i cittadini che stanno dando e che daranno seguito alla loro indignazione…

 

 Video difendere i propri interessi e diritti non da soli